Roma – “Per noi è molto importante poter esprimere un principio che riteniamo fondamentale nell’ambito della discussione per il decreto correttivo rispetto al Codice appalti: Federazione Anima è la Federazione dell’industria meccanica, all’interno di Confindustria rappresentiamo un settore che ha un fatturato di più di 60 miliardi di euro, il 60% di esportazioni e 220.000 addetti. Ci tenevo a dire i numeri del settore della nostra industria meccanica perché il tema su cui volevamo porre l’attenzione oggi, nella nostra audizione, è la valorizzazione delle produzioni nazionali e la valorizzazione del made in Europe nell’ambito del Codice Appalti”.
Così Alessandro Maggioni, Direttore relazioni istituzionali di Anima, nel corso dell’audizione in videoconferenza, in ottava commissione del Senato, sul Correttivo al Codice dei Contratti Pubblici messi a punto dal Mit di Matteo Salvini.
CODICE FONDAMENTALE PER FARE DA VOLANO AL NOSTRO SISTEMA PAESE
“Vado diretto al punto, perché riteniamo che sia un momento fondamentale, e questo sia un provvedimento fondamentale per fare da volano alla nostra industria e in generale al nostro sistema Paese, perché sappiamo che i lavori pubblici regolamentati dal Codice sono uno degli strumenti importantissimi della nostra economia e del PIL. Riteniamo fondamentale che le risorse che vengono impegnate funzionino anche come volano per la nostra manifattura: per questo noi lavoriamo all’interno del gruppo di lavoro Confindustria con i colleghi sui principi generali del Codice. Abbiamo un nostro tema che è proprio di riferimento della Federazione, che è quello legato alla fornitura, al rapporto con i Paesi terzi e alle forniture agli appalti di forniture con prodotti di di valore superiore al 50% proveniente dai Paesi terzi nello specifico con il Codice appalti attuale”, prosegue Maggioni.
L’articolo 170 che è già una un’evoluzione di un principio importante fondamentale che era già presente nell’edizione precedente del Codice con l’articolo 137″.
CORRETTIVO APPALTI, ANIMA: VISTO CON FAVORE MODIFICHE GIA INTRODOTTE
“In sintesi abbiamo visto con grande favore che le modifiche che erano state introdotte nel principio che era già presente con il comma due del precedente articoli. Con il nuovo comma cinque, che introduce la possibilità di inserire la provenienza dei prodotti come uno dei criteri di utilizzare nell’ambito dell’offerta economicamente più vantaggiosa, abbiamo visto però che lo spirito dell’articolo 170 nel suo complesso è sostanzialmente inapplicato nell’ambito degli appalti oggi presenti quindi la nostra proposta è quella di rafforzare il principio all’interno del comma due con due criteri: uno rimanere assolutamente nel rispetto del perimetro legislativo del comma e quindi non introdurre delle obbligatorietà di esclusione di offerte provenienti da Paesi terzi in maniera automatica, ma di inserire e introdurre una clausola di esclusione all’interno dei bandi che possa essere utilizzata come riferimento per la preparazione degli appalti”, continua ancora Anima.
CORRETTIVO APPALTI, ANIMA: INSERIRE CLAUSOLA ESCLUSIONE AUTOMATICA
“Questo perché da un lato abbiamo analizzato quale sia lo spirito del provvedimento e anche del provvedimento di origine delle direttive europee di riferimento, che sono quelli di rispettare assolutamente il principio di reciprocità nell’ambito del mercato ma nell’ambito di una leale, veramente leale concorrenza, con il riferimento assolutamente importante anche rispetto a tutte quelle legislazioni che, in ambito europeo e naturalmente nazionale, le nostre aziende devono soddisfare sia in ambito di sicurezza sul lavoro rispetto della legislazione ambientale ma anche una corretta retribuzione delle persone che sono i principi che a volte mi permetto di dire non vengono rispettati all’interno di tutti i Paesi, soprattutto per quelli per cui non ci sono accordi di reciprocità”, continua ancora Maggioni.
“Proprio per questo abbiamo analizzato qual è la giurisprudenza negli anni, quella che è stata interpretata come corretta applicazione dei principi dell’articolo 170 oggi 137 in precedenza, e proprio per questo ci permettiamo di fare la nostra proposta, che è di rafforzare il principio del comma 2 inserendo una clausola di esclusione automatica”, precisa poi.
MOTIVARE PRINCIPIO ESCLUSIONE ALL’INTERNO DEI SINGOLI APPALTI
“Ci rendiamo conto che sono tanti casi, per cui non è possibile applicare il principio di esclusione espresso dal comma 2 dell’articolo. Riteniamo però che, in applicazione dei principi di giurisprudenza che si sono verificati in questi anni, sia necessario o quantomeno coerente che questa non applicazione del principio di esclusione venga motivata all’interno dei singoli appalti. Quindi la nostra proposta va nell’ottica di rafforzare lo spirito dell’articolo 170 non allargandone in ambito di obbligatorietà il perimetro legislativo, ma di seguire quanto a livello giurisprudenziale è stato definito nell’applicazione dell’articolo in questi anni. L’obiettivo di fondo è quello di garantire una reale reciprocità all’interno del mercato nel pieno rispetto della libera concorrenza tra gli operatori del mercato”, conclude Maggioni.
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