Genova – La rapida ascesa della Cina da economia agricola a seconda potenza economica mondiale ha trasformato l’ordine globale. Per decenni, i tassi di crescita a doppia cifra e la domanda insaziabile di beni hanno alimentato un ciclo di commercio e investimenti globali.
Tuttavia, questo miracolo economico sta vacillando, rivelando vulnerabilità strutturali che minacciano non solo il futuro della Cina, ma anche la stabilità globale. Con il rallentamento della Cina, le ripercussioni si faranno sentire in tutto il mondo, costringendo politici e imprese ad adattarsi a una nuova realtà.
IL DECLINO DEI MOTORI DELLA CRESCITA
L’ascesa della Cina si è basata su quattro pilastri fondamentali: un boom demografico, abbondanti risorse, governance pragmatica e condizioni geopolitiche favorevoli. Oggi, tutti questi pilastri stanno crollando.
1. Declino demografico
La politica del figlio unico ha creato una bomba a orologeria demografica. La popolazione in età lavorativa si sta riducendo: si prevede che nei prossimi dieci anni la Cina perderà 70 milioni di lavoratori e guadagnerà 130 milioni di nuovi pensionati. Questo cambiamento metterà sotto pressione i sistemi di welfare e ridurrà la produttività, minando i settori che hanno alimentato la crescita del Paese.
2. Scarsità di risorse
La rapida industrializzazione ha lasciato la Cina priva di risorse. Più della metà dei suoi fiumi è scomparsa e il 60% delle falde acquifere è troppo inquinato per essere utilizzato in sicurezza. Il degrado agricolo ha trasformato la Cina nel più grande importatore di cibo al mondo, mentre l’aumento delle importazioni di energia gonfia i costi di produzione, erodendo la competitività.
3. Fragilità alimentata dal debito
Da oltre un decennio, la crescita della produttività è stagnante, mentre gli investimenti infrastrutturali finanziati dal debito sono esplosi. I governi locali sono gravati da passività insostenibili e il debito nazionale ora eguaglia quello delle economie avanzate. I rendimenti decrescenti sugli investimenti hanno alimentato il timore di una crisi finanziaria.
4. Governance centralizzata
Sotto Xi Jinping, il pragmatismo economico ha ceduto il passo al controllo centralizzato. Politiche come i lockdown zero-Covid e la soppressione dei dati economici negativi hanno soffocato l’innovazione e le imprese private. Il favore concesso alle imprese statali rispetto alle iniziative di mercato ha ulteriormente indebolito il dinamismo economico.
LE RIPERCUSSIONI GLOBALI
Il rallentamento della Cina sta rimodellando le traiettorie economiche globali. Le nazioni che dipendevano dalla domanda cinese affrontano ora prospettive ridotte.
1. Calo del commercio e degli investimenti
La diminuzione della domanda cinese di importazioni ha colpito duramente esportatori come Corea del Sud, Germania e Australia. Ad esempio, le esportazioni sudcoreane verso la Cina sono diminuite del 20% lo scorso anno. Parallelamente, la riduzione dell’Iniziativa Belt and Road (Bri) ha lasciato nazioni debitrici come Zambia e Pakistan in difficoltà finanziarie, poiché Pechino insiste sul rimborso del debito.
2. Deflazione trainata dalle esportazioni
La Cina sta compensando le debolezze interne aumentando le esportazioni sovvenzionate in settori come i veicoli elettrici e i pannelli solari. Questa strategia inonda i mercati globali con beni a basso costo, minando le industrie locali nei Paesi importatori.
3. Riallineamento geopolitico
I Paesi che dipendevano dall’impegno economico cinese stanno ricalibrando le loro strategie. La disillusione verso le coercizioni economiche cinesi e il crescente nazionalismo hanno indebolito il suo soft power, mentre il sentimento anti-cinese ha raggiunto livelli record.
IMPLICAZIONI GEOPOLITICHE
Il declino economico della Cina si aggiunge alle sue sfide strategiche. Di fronte al contenimento guidato dagli Stati Uniti, Pechino sta raddoppiando gli sforzi nella modernizzazione militare e in politiche estere assertive, anche se le vulnerabilità economiche limitano le sue ambizioni.
1. Leva strategica al posto dell’apertura economica
La Cina sta passando dall’attrattiva economica globale al controllo delle catene di approvvigionamento critiche, come le terre rare e i semiconduttori, e all’affermazione della propria influenza in regioni contese come il Mar Cinese Meridionale.
2. Espansione militare sotto pressione economica
La spesa militare è aumentata, finanziando l’espansione della flotta navale cinese e lo sviluppo di armi avanzate. Le crescenti tensioni su Taiwan e le azioni aggressive nel Mar Cinese Meridionale riflettono la determinazione di Pechino a mantenere il predominio regionale, nonostante il rallentamento economico.
3. I rischi di una “potenza al picco”
Storicamente, le potenze in declino spesso reagiscono con repressione interna e aggressione esterna. In Cina, la disoccupazione giovanile alle stelle, la fuga di capitali e il malcontento sociale hanno intensificato il controllo autoritario, aumentando il rischio di instabilità. A livello internazionale, le alleanze con regimi autoritari dimostrano la volontà di Pechino di controbilanciare l’influenza statunitense.
VERSO UN MONDO MULTIPOLARE
Il declino del miracolo economico cinese segna la fine di un’era di globalizzazione definita dalla sua ascesa. Le nazioni devono adattarsi a un mondo multipolare, dove la Cina non è più un motore di crescita ma una fonte di incertezza.
OPPORTUNITA’ E RISCHI
Il rallentamento della Cina sconvolge i mercati globali ma crea opportunità. La rivalità Usa-Cina potrebbe accelerare l’innovazione in settori come l’intelligenza artificiale e le tecnologie verdi. Tuttavia, il rischio di errori economici o conflitti militari rimane elevato.
GESTIRE LA TRANSIZIONE
I responsabili politici devono mitigare i rischi e sfruttare i nuovi centri di crescita. Diversificare le catene di approvvigionamento, promuovere accordi commerciali regionali e investire nell’autosufficienza tecnologica saranno fattori cruciali per affrontare il prossimo futuro.
CONCLUSIONE
Il rallentamento della Cina rappresenta un punto di svolta globale. Con il rallentamento della seconda economia mondiale, partner e concorrenti devono affrontare le implicazioni per commercio, investimenti e sicurezza. Questa trasformazione segna la fine del ruolo della Cina come motore di crescita globale e l’inizio di un periodo incerto, ma potenzialmente innovativo, di riallineamento geopolitico. La sfida sarà adattarsi a un futuro modellato dalle restrizioni e dalle opportunità di una Cina post-miracolo.
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