“Priorità alla difesa delle produzioni”

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Se fino a qualche anno fa la preoccupazione principale del mondo agricolo riguardava la collocazione redditizia di tutte le produzioni sui mercati, oggi, pur avendo sempre ben chiara la necessità della valorizzazione delle produzioni, la vera grave criticità è riuscire a produrre in quantità tali da rendere economicamente sostenibile la l’ attività agricola lottando tra conseguenze dei cambiamenti climatici e riduzione dei mezzi tecnici.

“Proprio per questo la priorità è difendere le produzioni”, ragiona Raffaele Drei, presidente di Confcooperative Fedagripesca Emilia Romagna, la Federazione regionale che associa 374 cooperative agricole, agroalimentari e della pesca con quasi 46.000 soci, 19.500 occupati e un volume d’affari di 11,6 miliardi di euro.

Presidente Drei, quali sono le principali produzioni da difendere in regione?

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“La punta dell’iceberg è rappresentata dal comparto ortofrutticolo, pesantemente danneggiato negli ultimi anni da nuove fitopatie, da vecchie patologie assai note – ma finite fuori controllo per il divieto all’utilizzo di fitofarmaci –, insetti alieni ed eventi atmosferici avversi, insieme con gli allevamenti di vongole flagellati dal granchio blu. Ma nessun comparto può dirsi estraneo da questa dinamica di grande sofferenza, come vino e cereali”.

Ci dica di più.

“In molti casi, i livelli produttivi si sono ridotti a tal punto che i mercati hanno avvertito in modo forte la carenza produttiva e richiamato produzione da Paesi terzi. Da altro lato non si raggiunge la sostenibilità economica di aziende e strutture cooperative e di intere filiere”.

Ci sono soluzioni?

“Sicuramente occorre agire su più fronti. Di attualità posso citare l’introduzione del fondo mutualistico AGRICAT, pensato per interventi a sostegno delle aziende colpite da eventi catastrofali e finanziato in gran parte da risorse agricole provenienti dalla PAC. Ne abbiamo condiviso la filosofia, ma constatiamo gravi difficoltà nell’entrare in attuazione”.

Come mai?

“Le aziende colpite da alluvioni e gelate ancora aspettano risorse. Siamo ancora più preoccupati per gli orientamenti dell’Unione Europea che a parole proclama l’importanza dell’approvvigionamento alimentare e la difesa del comparto, ma poi non perde occasione per deliberare regolamenti destinati a ridurre drasticamente la possibilità di fare agricoltura, dal diniego all’utilizzo di fitofarmaci alla introduzione di grandi aree di rispetto”.

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“Ogni occasione viene colta per imporre restrizioni. Tutto ciò è intollerabile, a maggior ragione se si guarda il contesto internazionale che stiamo vivendo”.

Venendo più al locale, viste anche le recenti elezione regionali, quali le priorità?

“La nostra Regione vanta primati nella distribuzione di risorse a sostegno degli investimenti e più in generale dei processi evolutivi delle filiere”.

Un territorio virtuoso?

“Questo è sicuramente anche merito della imprenditorialità espressa dalle nostre filiere agroalimentari, in primis cooperative, spesso leader a livello nazionale”.

Quali le difficoltà?

“Tuttavia soffriamo troppi e crescenti ostacoli burocratici nell’accesso alle risorse da parte delle realtà del mondo agroalimentare e della pesca. Pur comprendendo le difficoltà e le regole che attengono all’uso di risorse comunitarie o comunque pubbliche, è necessaria maggiore flessibilità e prevedere procedure più snelle e con tempi veloci”.

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Cosa direbbe a un consumatore che fa i conti con i prezzi molto più alti?

“Gli direi che paga di più quel chilo di pere o di patate, perché la produzione è calata proprio per i motivi che ci siamo detti. La mancata difesa delle produzioni agricole viene pagata innanzitutto dal consumatore, che si trova con prezzi più alti e prodotti spesso importati da Paesi extra UE, che non rispettano i nostri stessi requisiti in termini di attenzione alla sicurezza alimentare, alla sostenibilità ambientale e alla eticità del lavoro”.

Cos’altro fare per salvaguardare le produzioni?

“Investire sulla valorizzazione della risorsa idrica è un ulteriore tema strategico. L’ acqua è fattore di produzione strategico per consentire la produzione agricola”.

In che modo?

“L’acqua con cui irrighiamo le nostre coltivazioni serve per produrre cibo, non inquina e non viene sprecata, ha una finalità ben precisa, mantiene vitale il territorio. Non si può avere un approccio ideologico su questo tema, un approccio che spesso si declina in continue richieste agli agricoltori di ridurre il consumo di acqua a prescindere da una valutazione tecnica scientifica”.

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Che azione portate avanti?

“Noi siamo impegnati da tempo su questo, aiutati anche dall’innovazione tecnologica e digitale, ma non possiamo perdere di vista l’elemento essenziale: l’acqua serve per produrre cibo”.



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