Nella stessa mano la mimosa e lo striscione


La mano tiene insieme la mimosa e lo striscione: “No ai licenziamenti, il lavoro è un diritto”. 8 marzo di presidio organizzato dal sindacato Usb per i 200 dipendenti di U-blox, l’azienda che a Trieste fa ricerca e sviluppo su schede elettroniche. “Siamo stati ingenui, credevamo che U-blox fosse un’azienda migliore”, dice una lavoratrice.

Le professionalità di alto livello dello stabilimento potrebbero interessare qualche investitore, dopo l’improvvisa fuoriuscita del gruppo svizzero. “Interlocuzioni con U-Blox sono in corso”, conferma l’assessora regionale al Lavoro Alessia Rosolen. La settimana prossima un incontro al Ministero per le Imprese e il made in Italy.

Dario Antonaz, RSU: “Saremo soddisfatti a seconda di quello che uscirà dall’incontro. Noi vogliamo a questo punto dei fatti concreti. Siamo un’azienda strategica e crediamo che le istituzioni si debbano far carico di questo fatto”.

Dalla seconda parte di aprile l’azienda potrà inviare le lettere di licenziamento, dopo l’avvio della procedura il mese scorso, seguito a una comunicazione via email.

Al fianco dei dipendenti Ublox, una rappresentanza di lavoratrici della Tirso, altra azienda in difficoltà, con una cassa integrazione in essere. Per loro un 8 marzo meno tranquillo del solito

Alle due realtà, si aggiunge l’ex Flextronics. In tutto oltre 700 posti in bilico, fondamentali per l’industria triestina. In tutti e tre i casi, la Regione lavora a delle soluzioni. Per Massimiliano Generutti l’USB andrebbero cambiate le leggi, che permettono troppo facilmente quelle che definisce “speculazioni”.



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