Perché lo Stato paga così in ritardo le imprese? – La Nuova Padania


di Cassandra – Il consueto report della Cgia di Mestre del quale diamo anche integrale pubblicazione sul nostro giornale, ci dice un paio di cose. Che i ministeri, i cui funzionari di certo lo stipendio a fine mese lo prendono, a prescindere da quanto siano o meno bravi, più o meno efficienti, si possono sempre permettere di pagare in ritardo i loro fornitori, ovvero le aziende che però devono anticipare ovviamente le spese e onorare la busta paga dei propri dipendenti.

In mezzo ci sta il potere della burocrazia, che con la pancia piena dispensa secondo i tempi che ritiene utili,  quanto dovuto.

A questo va aggiunto il fatto che la Suprema Corte dice alle aziende per questo in affanno nello stare nei tempi dei pagamenti delle tasse, afferma che il ritardato pagamento della PA rappresenta un evento prevedibile e ricorrente. Pertanto, l’imprenditore che non dispone di liquidità non può non versare le imposte all’erario, imputando questa decisione alla omessa/ritardato pagamento da parte dell’Amministrazione pubblica per cui lavora. Anche nel caso, come quello giudicato dalla Cassazione l’anno scorso, in cui l’azienda interessata operi solo ed esclusivamente per committenti pubblici”, ci ricorda la Cgia.

Se non siamo nella commedia dell’assurdo…

Come definire questo andazzo? Malcostume? Parliamo, si badi bene, di ritardi che valgono il 2,8 per cento del Pil. Una cifra di 58,6 miliardi di euro. Una follia. Va da sè che una grande impresa possa avere un potere contrattuale significativo. Ma quella piccola? La Cgia parla di “abuso di posizione dominante”.

Nel 2023 su 185,1 miliardi, ne sono stati pagati 174,5 miliardi di euro. Nel 2022, invece, erano stati 9 e nel 2021 8,2. Insomma, si sale ogni anno e si accumula debito verso i fornitori. E se da una parte c’è uno Stato matrigno, dall’altra c’è la giustizia suprema che dice che è un problema tuo avere un cliente così “distratto”. Devi mettere da parte quello che incassi (da altri, ovviamente) per pagare le imposte su un servizio che non hai di fatto ancora incassato. 

Vorremmo tanto che un governo, a caso, si pronunciasse. Che una opposizione, un partito a caso, alzasse la mano per parlare e rappresentare chi ha votato, lavorando, quelli che una volta lì, invece, il problema lo trascinano anziché darci un taglio.

Scrive la Cgia che “Non è da escludere che con la messa a terra delle opere pubbliche legate al PNRR, la situazione sia destinata a peggiorare. Senza contare che è sempre più diffusa la richiesta, avanzata dai funzionari/dirigenti pubblici alle imprese esecutrici delle opere, di ritardare l’emissione degli stati di avanzamento dei lavori o l’invio delle fatture”.

Abbiamo appreso che la metà dei ministeri paga in ritardo. Almeno 7 su 15 oltre i termini di legge.  Altri, per fortuna, pagano entro i termini. Ma dovrebbe essere una cosa normale, non straordinaria.

Non sarebbe normale, logico, come chiedono gli artigiani di Mestre, andare a compensare tasse e crediti? Macché, il ragionamento è troppo difficile per lo Stato. Lontano, straniero, diverso e così, brutto dirlo, nemico. 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link